disturbi
alimentari

  • Nel contesto storico, culturale e sociale entro cui siamo immersi spesso si parla di alimentazione e cibo secondo le più svariate declinazioni; la tendenza è quella di promuovere un’alimentazione che sia il più possibile “sana”, “sostenibile” ed “equilibrata”. Allo stesso tempo diverse narrazioni ci prospettano rigide premesse legate ad un’immagine corporea “ideale” a cui molti aspirano. 
    Come équipe di psicologi e psicoterapeuti non possiamo non interrogarci su tutti quei fattori che caratterizzano la nostra cornice sociale e che, spesso quasi inevitabilmente, permeano le premesse di chi vive la culturale occidentale. 
    Quello che ci domandiamo, in modo un po' irriverente, allora è: esiste davvero uno standard per definire un corpo “perfetto” o “ideale”? Che posizione occupa il corpo all’interno dei diversi ruoli sociali e delle relazioni?

  • Dall'esperienza clinica emerge come non sempre sia possibile incasellare la sintomatologia del paziente in un'unica categoria diagnostica pre definita; non possiamo infatti che cercare di rendere ampio il nostro sguardo sui disturbi alimentari: riteniamo fondamentale considerarli come un fenomeno molto più complesso e non riducibile solo al rapporto con specifiche premesse sull'alimentazione o sull'immagine corporea, collocandoli all'interno di un quadro complesso, fatto di relazioni, sistemi familiari e di emozioni.

  • Il nostro modello di intervento ci permette di guardare al singolo individuo e al sintomo come immersi all’interno di una complessa rete di relazioni, fatte da posizionamenti e contro posizionamenti, e caratterizzate da un altrettanto complesso sistema di emozioni. 
    Ci domandiamo dunque: come si caratterizzano i sistemi relazionali entro cui sono il nostro paziente sviluppa un disturbo del comportamento alimentare? Quali stati emotivi si rendono espliciti nella sua esperienza e quali invece restano maggiormente impliciti? 
    Crediamo, inoltre, che attraverso il dialogo, tra paziente e terapeuta, sia possibile co – costruire nuovi significati rispetto alle relazioni, alle premesse ed anche rispetto al sintomo stesso.

  • Riteniamo utile attivare un dialogo anche con altre figure professionali arricchendo così il nostro lavoro e garantendo una presa in carico sostenuta da un’équipe di lavoro multidisciplinare.